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PMI ancora acerbe sul digitale

28/06/2022

Secondo un report del Politecnico di Milano solo il 50% delle PMI è motivato dai benefici del digital

Secondo un report dell'Osservatorio Innovazione Digitale nelle Pmi della School of Management del Politecnico di Milano, il digitale rappresenta un pilastro importante per lo sviluppo delle Pmi "large" in Italia (con fatturato sopra i €50 milioni o dipendenti superiori a 250). 

L'indagine del PoliMi ha valutato l'atteggiamentonei confronti del digitale delle PMI, classificandole in base alle risposte in 4 profili "analogico", "timido", "convinto" e "avanzato". 

Stando ai dati, il 71% delle organizzazioni più grandi mostra un profilo "convinto" o "avanzato" nei confronti della digitalizzazione, una percentuale che si scontra con quella delle più piccole ferma al 50%

Il divario tra imprese di diverse dimensioni è reso palese anche da altri dati: il digitale rappresenta infatti un costo solo dal 2% delle "large", contro il 16% delle organizzazioni "small" e rappresenta uno strumento cardine per il 61% per le prime, rispetto al 35% delle seconde. 

Emerge dunque un quadro in cui sono le Pmi più grandi ad essere maggiormente sensibili ai vantaggi derivanti dal digitale e ad avere la digital transformation come tratto del DNA culturale dell'azienda. Questo è confermato anche dal fatto che solo il 29% delle Pmi large rientra nelle categorie degli "analogici" e dei "timidi", rispetto al 50% delle small in senso stretto, ancora restie ad abbracciare una strategia di sviluppo digitale che non guardi solo al breve periodo.

Per quanto riguarda la transizione ecologica, che va di pari passo a quella digitale, il 58% delle grandi Pmi ha già adottato o ha intenzione di adottare delle soluzioni per la riduzione dell'impatto energetico, il 48% è interessato a rating Esg e il 61% ha introdotto o mira a introdurre pratiche di Corporate Social Responsability.

L'analisi compiuta dall'Osservatorio del Politecnico di Milano ha preso in considerazione tre settori fondamentali del Made in Italy: l'agro-alimentare, con 54mila imprese attive, di cui le Pmi costituiscono il 49% per un valore di €192 miliardi, l'arredamento, con 8mila Pmi attive e circa €18,5 miliardi di valore, e la moda, con 19mila imprese attive e quasi €40 miliardi di valore.

In tale contesto, ad accompagnare le Pmi nella trasformazione digitale sono stati rilevati quattro tipi di enti:

  • Digital Innovation Hub (DIH): sono 23 in Italie e promuovono la sensibilizzazione sul digitale, offrendo al contempo attività di formazione
  • Punti Impresa Digitale (PID): localizzati presso le Camere di Commercio, sono 88 e costituiscono i punti di riferimento territoriale per informazioni sulle policy pubbliche riguardanti il settore e per approfondimenti su tecnologie specifiche
  • Innovation Manager (IM): introdotti dalla Legge di Bilancio 2019, sono circa 8mila gli IM iscritti alla lista MISE. Sono gli intermediari tra gli enti pubblici e le Pmi, favorendo il processo di innovazione digitale di entrambi i soggetti
  • Competence Center (CC): specializzati su ambiti tecnologici specifici, sono 8 in tutta Italia e rappresentano il punto di arrivo del processo di digitalizzazione delle imprese, implementando e applicando tramite dimostrazioni le soluzioni tecnologiche ideate