I risultati dell'indagine commissionata da AWS per Public First
Public First, una società di consulenza indipendente, ha realizzato il report "Unlocking Europe's Digital Potential" su incarico di AWS (Amazon Web Services), per esplorare il ruolo che il cloud computing e le digital skills possono svolgere nel realizzare le coraggiose ambizioni che la Commissione Europea si è prefissata per il 2030. La Commissione ha infatti indetto il "Decennio Digitale" con dei target ambiziosi in quattro aree per accelerare i progressi nelle competenze, nel governo, nelle infrastrutture e nelle imprese.
In totale, il report stima che il raggiungimento degli obiettivi del Decennio Digitale potrebbe sbloccare un valore economico di oltre €2,8 trilioni, pari al 21% dell'economia attuale dell'UE. Più della metà di questa cifra (55%) si basa sulla maggiore adozione del cloud computing.
Se da una parte la Commissione si è prefissata degli obiettivi ambiziosi, tra cui l'uso di servizi cloud e 5G per il 75% delle imprese e l'alfabetizzazione digitale dell'80% della popolazione europea, dall'altra l'Europa sta avanzando al giusto ritmo solo nell'ambito di alcuni target. Infatti, procedendo al ritmo attuale, si stima che il valore di €2,8 trilioni derivante dalla trasformazione digitale possa essere raggiunto impiegando 10 anni in più e arrivando dunque al 2040. Ciò significa che entro il 2030 si potrebbe arrivare solo a €1,3 trilioni, ma se il processo venisse accelerato si potrebbero raggiungere €1,5 trilioni, portando ad un aumento del 12% della dimensione dell'economia europea.
Secondo l'analisi, nonostante sia previsto che il Digital Decade possa creare un potenziale impatto economico di €800 milioni in Germania, €488 milioni in Francia e €251 milioni in Italia, un numero non sufficiente di aziende sfrutta la potenza degli strumenti digitali esistenti. A livello europeo infatti, solo il 25% delle società usa l'intelligenza artificiale, il 26% sfrutta servizi cloud e il 14% utilizza i Big Data. I dati mostrano che se si potesse accelerare del 10% l'adozione di AI, Big Data e Cloud, si produrrebbero €370 miliardi di valore aggiunto all'economia UE, un importo superiore ai servizi finanziari dell'intero blocco.
Nell'ambito delle competenze digitali, invece, a fronte dell'obiettivo dell'80% di alfabetizzazione digitale entro il 2030, le stime rivelano che si riuscirà a raggiungere solo una percentuale del 61%, un dato che rischia di ostacolare il processo di trasformazione digitale che il continente sta vivendo: il 40% delle imprese ad alta intensità digitale ha dichiarato infatti che la carenza di competenze digitali ha rallentato la loro crescita, il 33% che ha aumentato i costi e il 35% che ha rallentato lo sviluppo di nuove tecnologie.
Nonostante questo, dal punto di vista della digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni, l'UE continua a registrare progressi costanti nella digitalizzazione dei servizi pubblici essenziali. Attualmente, l'UE ha raggiunto il 75% del suo obiettivo di servizi pubblici digitali per i cittadini e l'84% del suo obiettivo di servizi pubblici digitali per le imprese. L'UE è infatti leader mondiale nel settore dell'amministrazione digitale: Estonia, Danimarca e Finlandia si collocano rispettivamente al secondo, terzo e quarto posto nella classifica ONU Online Services Index. Inoltre, secondo le stime del report, il passaggio del 10% dei sistemi IT governativi al cloud potrebbe far risparmiare ai contribuenti europei oltre 900 milioni di euro all'anno.
In conclusione, sebbene gli Stati membri stiano facendo progressi, è necessario fare di più per garantire la piena realizzazione del potenziale in settori quali le competenze digitali e l'adozione di tecnologie fondamentali come il cloud. L'accelerazione dei progressi richiederà un'attenzione collettiva e prolungata - in tutto il settore pubblico e privato - all'adozione del digitale, allo sviluppo delle competenze, alle infrastrutture, all'imprenditorialità e all'amministrazione digitale.