Secondo il report Accenture impatti positivi anche sull' occupazione e la gestione delle imprese italiane
E' quanto emerge dal report di Accenture "Strategie per la valorizzazione del brand Italia e del Sistema Paese", presentato per il XX Forum di Comitato Leonardo "L'intelligenza artificiale Generativa fattore di crescita per la produttività delle imprese Made in italy". Da questo studio emerge quanto l'Italia faccia fatica ad aprirsi a questo genere di mercato, ma soprattutto spiega quanto aprirsi all'innovazione tecnologica possa portare benefici al nostro Paese, sia economici che sociali.
Arrivando ai numeri, Accenture calcola che attraverso accurati investimenti e l'aumento di competenze all’interno della filiera produttiva delle imprese, il Pil Italiano avrebbe un incremento di 80 miliardi di euro entro il 2030. Di questi, 50 miliardi come conseguenza dell'applicazione dell'IA generativa alle imprese del Made in Italy, mentre 30 miliardi aggiungendo altri settori al nostro brand famoso in tutto il mondo. A beneficiarne sarebbe anche il tasso di occupazione, con un aumento di circa 300mila nuovi posti di lavoro.
L’Italia è da sempre un Paese votato all’export dei propri prodotti, con oltre il 50% della produzione complessiva riguardo settori peculiari come il tessile e l’alimentare. Aumentando gli investimenti nell’innovazione tecnologica e rafforzando le politiche di branding, le percentuali sia di produttività che di export crescerebbero in modo ancora più importante, grazie anche ad una già stabile competitività nel mercato estero. Gli investimenti in tecnologia, insomma, darebbero una forte spinta in ogni parte della catena del valore del prodotto, dalla produzione, con la creazione di macchinari più performanti, alla forza di vendita.
Detto questo, l’Italia fatica molto a entrare in una logica di digitalizzazione. Secondo il rapporto 2023 dell'Istat la media nazionale delle imprese che hanno integrato tecnologie di intelligenza artificiale al proprio interno arriva al 5%, mentre quella europea tocca l’8%. I motivi riguardano soprattutto gli elevati costi di attuazione e la mancanza di competenze verso questo settore. Infatti solo il 3,9% degli occupati totali rappresenta professionisti Ict, un numero ben inferiore rispetto alla media europea. A testimonianza di ciò, l’Italia si trova in ultima posizione tra i principali paesi UE per quanto riguarda l’adozione di software gestionali e la gestione di informazioni in modo digitalmente avanzato.
Continuando a seguire gli studi dell' Istituto Nazionale di statistica, va detto comunque che il nostro Paese negli ultimi anni ha fatto anche importanti passi avanti riguardo l’uso della tecnologia digitale, soprattutto alleggerendo l’infrastruttura informatica della Pubblica Amministrazione. Riguardo l’uso dei servizi online circa 38 milioni di italiani, il 64% del totale, possiede un’identità digitale usata per fare uso dei servizi pubblici, un numero che supera abbondantemente la media europea.
Secondo Sergio Dompé, Presidente di Comitato Leonardo: "Lo sviluppo tecnologico sempre più rapido pone le nostre imprese di fronte a nuove sfide che possono diventare grandi opportunità."