Diffuso il report AIFI: investimenti per lo più al Nord e nel settore ICT.
L’AIFI, Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt, ha pubblicato il report 2023 sul nostro Paese. Un’analisi a largo specchio sugli investimenti nel capitale di rischio fatti da vari soggetti presenti sul mercato, come i Business Angels e fondi di seed capital.
Il report conta 273 nuove operazioni, un numero in calo rispetto ai due anni precedenti, rispettivamente 285 nel 2021 e 310 nel 2022. Il tutto in operazioni di early stage come le starup e i seed capital.
Riguardo il numero di investitori, nel 2023 se ne contano 303, mentre gli investimenti singoli sono stati 622. Il 28% di questi è di provenienza estera, un dato raddoppiato rispetto al 2020 ma in calo di quattro punti rispetto al 2022.
Il report riporta anche i dati riguardanti la diversificazione del rischio: il 60% delle operazioni è stata fatta considerando la presenza di altri soggetti di matrice comune o eterogenea.
LE OPERAZIONI
Riguardo le modalità di investimento, il 2023 conferma i round di startup capital come quella più effettuata, con una quota del 54%, dato simile ai due anni precedenti. Il 40% delle operazioni invece coinvolge i round di seed capital (si attestava al 29% nel 2021), mentre la categoria più marginale riguarda i later stage venture con il 5%, contro il 7% del 2022.
L’ammontare totale investito ammonta a 1,437 miliardi di euro nel 2023, in calo del 36% rispetto al 2022, quando il totale era di 2,248 miliardi. Gli importi medi investiti invece sono di 4,7 milioni di euro, diminuiti rispetto ai 6,1 milioni del 2022 e ai 7,4 del 2021.
LE SOCIETA’ TARGET: A CHI SI RIVOLGONO GLI INVESTIMENTI?
Riguardo la distribuzione geografica, la differenza tra Nord (68%) e Isole/Sud (9%) è netta, con la Lombardia che da sola ha un peso del 46%. Il Centro conta il 23% del totale.
Riguardo la distribuzione settoriale, l’ICT (Information and Communication Technology) è il reparto che attira più operazioni di venture capital con il 38% del totale, un dato in linea con il 2022. Al secondo posto è presente l’Healthcare con il 12% (in crescita rispetto al 2022), seguito da Altri servizi, Servizi Finanziari ed Energia e Ambiente, gli ultimi due in perdita rispetto allo scorso anno.